Gianluca Ruggieri, ricercatore all’Università dell’Insubria, da qualche anno è responsabile insieme al prof. Alessandro Rogora di un Laboratorio di costruzione dell’Architettura del Politecnico di Milano. Il 19 e 20 maggio 2017 ha accompagnato un gruppo di studenti del laboratorio a Friburgo. La visita alla città, grazie alla professionalità dell’accompagnatore Andrea Burzacchini di Aiforia, ha consentito ai ragazzi di avere una nuova visione sull’ambiente urbano e la sua progettazione.
Il contesto del viaggio studio
Ogni anno prevediamo una visita di 2-3 giorni verso la metà del Laboratorio di costruzione dell’Architettura, e quest’anno abbiamo scelto di effettuarla a Basilea e a Friburgo. Alla fine del corso, chiediamo agli studenti di scrivere su un bigliettino tre cose positive e tre cose negative della loro esperienza (ovviamente in forma anonima)…
…Una buona metà degli studenti ha deciso di citare il viaggio studio a Friburgo tra le cose positive e nessuno l’ha citato tra le cose negative (Gianluca Ruggieri)
Gianluca, cosa vi ha colpito maggiormente di Friburgo?
GR: Quello che sicuramente ha colpito di più me, ma anche i ragazzi, è stato l’approccio
alla progettazione dell’ambiente urbano. Dalle scelte fatte a Friburgo negli ultimi 30 anni nell’ottica della sostenibilità, in particolare per quanto riguarda la mobilità, risulta evidente come non sia sufficiente disegnare bene un edificio o saperlo progettare perchè sia energeticamente efficiente, ma che sia necessario inserirlo nel contesto urbano (opinione pubblica, istituzioni, progettisti, ecc.): perchè è il progetto complessivo che determina il successo di un edificio. Il caso più interessante da questo punto di vista è a Weingarten [dove è stato ristrutturato il più alto condominio passivo d’Europa, detto „Buggi 50„, n.d.r.]: all’inizio le persone che ci abitavano non volevano rimanerci dopo la ristrutturazione, perchè non c’era stato un progetto di accompagnamento rivolto al quartiere che spiegasse il progetto complessivo; poi con le ristrutturazioni successive i risultati sono stati migliori grazie ai processi partecipativi che hanno coinvolto gli abitanti.
Quali temi avete scelto di affrontare con la Study Visit Friburgo? Quali luoghi avete visitato?
GR: I temi che abbiamo scelto sono stati: pianificazione urbana; edilizia e architettura; mobilità e trasporti; aspetti sociali e culturali. Abbiamo visitato il centro storico, dove Andrea ci ha fatto un inquadramento di Friburgo; l’eco-quartiere Vauban; il quartiere sostenibile e inclusivo Rieselfeld. E poi, siccome alloggiavamo all’Ostello, abbiamo visto i lavori di rinaturalizzazione del fiume Dreisam e il progetto dello stadio.
Perché consiglierebbe ad altri gruppi di fare questa esperienza?
GR: Sicuramente consiglierei di fare questa esperienza per comprendere (e vedere come stiano funzionando davvero) gli elementi che hanno trasformato in realtà quelle che potevano sembrare delle utopie…A Friburgo si va a vedere come potrebbero essere le nostre città tra venti-trent’anni. Sottolineo però che è fondamentale il ruolo della guida e l’accompagnamento alla città: perchè vedendo gli edifici non si possono comprendere al solo sguardo le connessioni urbane.
Quali consigli darebbe a un altro insegnante che vuole organizzare una Study Visit Friburgo?
GR: L’ideale sarebbe alternare le visite guidate ai momenti liberi, per lasciare ai ragazzi
il tempo di esplorare da soli la città; per questo però occorre fermarsi almeno tre giorni. Un’altra cosa che consiglierei – e che noi purtroppo non abbiamo avuto il tempo di fare – è di ritrovarsi tutti alla fine prima di partire nel workshop finale, per far emergere gli aspetti salienti del viaggio.
Ringraziamo Gianluca Ruggieri perchè è stato molto bello stare in sua compagnia e perchè ci ha fatto tanto piacere che abbia apprezzato la filosofia delle Study Visit Friburgo.
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